RYANAIR: TUTTI LA ODIANO, MA...
E' notizia della settimana scorsa, ma avuto poco risalto.
L'accusa verso il Prof. Monti è di quelle pesanti: non aver voluto creare nuovi posti di lavoro in Italia, in particolare, nel settore degli aerorasporti. A muovere l'accusa è Ryanair, compagnia aerea leader nel settore low cost, che tramite il Direttore Generale Michael Cawley ha dichiarato che, il precedente governo, avrebbe rifiutato l'opportunità di un investimento della compagnia irlandese, che avrebbe prodotto 37000 posti di lavoro, in territorio italiano.
Parliamoci chiaro: come tutte le aziende, anche Ryanair punta al massimo profitto e non fa di certo beneficenza, ma per un giovane l'opportunità di un posto di lavoro sarebbe stato oro colato. Parlando di oro non lo è tutto ciò che luccica. Infatti, uno dei tanti lati oscuri di questa compagnia è che opera sotto regime di diritto irlandese che, sotto alcuni punti di vista, soprattutto quello fiscale, è molto più leggero di altri.
Però lavora e fa lavorare, per la precisione, circa 9000 dipendenti di cui circa il 10% in Italia, distribuiti tra: Alghero, Bari, Bergamo, Bologna, Brindisi, Cagliari, Pescara, Pisa, Roma e Trapani. Ryanair operava anche a Verona, ma l' aeroporto veneto, venuto meno al contratto in essere, ha fatto "scappare" la compagnia, lasciando sulla strada circa 250 lavoratori ed una perdita di qualche milione di euro, che è andata a gravare sui già 20 milioni di rosso che il "Catullo" aveva già in bilancio.
Insomma, perchè impedire ad un'azienda di investire ancora? Io, avrei concesso, l'opportunità d' investimento ma ad un patto: soggiogarsi al diritto italiano, in modo da tenere il capitale in circolo nel territorio italiano. Avrebbero accettato? Non lo so, ma dopo l'ispezione fiscale dello scorso anno, mister O' Leary aveva promesso un'apertura in questa direzione.
Attendendo novità, la situazione rimane in stallo, come l'accusa mossa verso Monti.